Un curriculum di insuccessi, con tutto ciò che non è andato in porto.

Non è un’idea originale, c’è chi lo ha fatto prima di me, ma trovo che sia una bella pensata.

Girando online è fin troppo facile imbattersi in vite perfette, dove tutto fila liscio, a livello lavorativo e non solo.

Magari in qualche raro caso è davvero così, ma il più delle volte tutto ciò deriva da un’attenta selezione di informazioni. E a volte anche da menzogne più o meno spudorate.

Per cui trovo che sia invece utile condividere anche quel che non è andato proprio benissimo. Soprattutto perché sono state tutte delle lezioni utili.

Il concetto è stato ripreso in mille frasi motivazionali e si è un po’ diluito, ma è vero: seguire un percorso non significa evitare ogni inciampo; significa semmai rialzarsi avendo imparato una lezione, quando si inciampa.

Ma di tante persone non si vedono gli inciampi.

Ah, penso sia ovvio, ma l’elenco si limita a degli insuccessi legati allo studio e al lavoro. Ho evitato questioni più personali. Alcuni non sono degli “insuccessi” in senso stretto, ma sono progetti che ho abbandonato.

Probabilmente aggiornerò l’elenco in futuro. Sia perché salterà fuori qualche altro insuccesso, prima o poi, sia perché alcuni insuccessi passati non me li ricordo più.

Detto ciò, possiamo cominciare.

Se invece degli insuccessi volete vedere quel che sono riuscito a realizzare potete guardare la home page del mio sito e poi la pagina dedicata alle mie pubblicazioni.

meme di Wario sconfitto

________________

Anni del liceo – Il mio voto più basso è stato uno zero (fu una storia anche divertente, per certi aspetti. Oggi mi dicono che non è nemmeno più possibile mettere uno zero, ma non ho capito se sia solo una consuetudine. Mi capitò anche di prendere qualche tre e quattro).

2012 – Dopo anni di lavoro termino la scrittura di un romanzo, che viene demolito da un agente letterario (col senno di poi, è stato un bene. Non era un gran romanzo. Anni dopo sarebbero uscite delle opere narrative scritte da me, seppur non col mio nome).

2012 – Invio dei racconti a due concorsi letterari. In entrambi i casi perdo (anche qui, non erano dei gran racconti. Però ho imparato qualcosa sul funzionamento dei concorsi e soprattutto su come facciano cassa…).

2012/2013 – Seguo il corso per ottenere il DITALS (una certificazione di competenza in didattica dell’italiano a stranieri). Non darò mai l’esame per l’ottenimento del certificato (col senno di poi, non mi sarebbe servito, ma sono stato semplicemente pigro e ho probabilmente “buttato” i soldi del corso).

2013 – Partecipo al bando per il dottorato di ricerca. Arrivo primo dei NON presi, mancando per un soffio l’obiettivo (ho riprovato l’anno seguente, con maggior preparazione e titoli, e sono arrivato primo).

2014 – Ho la possibilità di pubblicare un articolo in una rivista importante. Inizio i lavori ma non li porto a compimento per paura del giudizio (un po’ mi dispiace tutt’ora, perché mi sono comportato da sciocco, ma è stata una grande lezione. Negli anni successivi mi sono trovato davanti in molte occasioni a review intense).

2015 – Lavoro all’organizzazione di un evento. Ho ampio margine nella scelta degli ospiti, dei contenuti, ecc. All’evento si presentano poche persone, un numero molto più basso di quello auspicato (anche questa è stata una grande lezione. I contenuti erano molto buoni, la comunicazione lo era meno. L’esperienza mi sarebbe tornata utile anni dopo).

2020 – Pubblico un libro appena prima del lockdown. Saltano tutte le presentazioni e le partecipazioni alle fiere (ok, questo è uno di quei casi totalmente imprevisti e c’erano problemi ben più seri a cui pensare. Detto ciò, fu un insuccesso).

2020-2022 – Alcuni articoli accademici che scrivo vengono bocciati (ne pubblico comunque diversi altri. Le motivazioni della bocciatura sono quasi sempre sensate e mi danno dei buoni feedback. Ricorderò sempre con affetto un caso in cui l’articolo era piaciuto ma era effettivamente troppo lontano dai temi della rivista).

2014-2024 – Partecipo come relatore a presentazioni di un mio libro, oppure a incontri in biblioteca, o cose del genere, dove non si presenta nessuno (è successo raramente, ma è successo in più di una occasione. In altri casi c’erano “semplicemente” pochissime persone. Se ne parla molto poco, ma a tantissime persone che hanno scritto un libro è capitato almeno una volta. In certi casi ci sono problemi di organizzazione e comunicazione, anche da parte mia. In altri casi è solo sfortuna. Ho comunque imparato molto da queste esperienze, se non altro a selezionare meglio gli inviti).